La morte è una porta che si apre

Il romanzo maggiore di Eugenio Corti possiede le due caratteristiche di una vera opera d’arte: primo, è il testo stesso nella sua bellezza che si pone a giudicare il lettore, dato che lo attira o lo allontana dai propri tesori (io, rileggendolo per quest’occasione, l’ho trovato travolgente). Secondo, pur essendo Il cavallo rosso una narrazione realistica di guerra e di storia militare, in esso prevalgono alcune scene di uomini che muoiono non perché vengano uccisi (cosa ovvia), ma perché “incontrano la propria morte”: fatto più unico che raro per noi che siamo costretti a vivere un’epoca in cui letteratura e cinema riproducono morbosamente l’omicidio e l’assassinio.

Una serata per Eugenio Corti

Il Lions Club CANONICA LAMBRO presenta

Un Premio Nobel per tutta la Brianza: lo scrittore besanese Eugenio Corti candidato Nobel per la Letteratura

Martedì 26 ottobre 2010

Fondazione Don Gnocchi – Rotonda Villa Cagnola, Via d’Adda 2 ‐ Inverigo (CO)

Corti presenta la bellezza dell’amore

Pare di vederlo il giovane reduce Michele Tintori aggirarsi per l’università alla ricerca di Alma Riva, la ragazza di cui è innamorato. Fa tenerezza vederlo mentre la cerca nell’aula dove lei ha seguito la lezione, chiedere di lei agli altri studenti e, non trovandola, cominciare a temere che stia frequentando un altro e venire colto da un sentimento di gelosia quasi adolescenziale. Fa tenerezza vederlo entrare negli spogliatoi femminili, inaccessibili agli studenti maschi, per cercarla. Ma che significa questo divieto per chi, come lui, ha visto la morte in faccia nelle gelide pianure russe? E ancora, fa tenerezza la sua reazione quando, finalmente incontrata Alma, si rende conto che lei per prima lo stava cercando.

Nobel a Corti, parla don Mario Cazzaniga

Sì, siamo andati a trovare proprio lui, il ”caro don Mario” de Il cavallo rosso. Quel prete che – nel romanzo- redarguisce i monelli che se la stanno prendendo con il deficiente del paese, quello che prega davanti al tabernacolo per i suoi ”figli” sequestrati dai vari fronti di guerra, quello che contribuisce a convertire il Foresto, comunista tutto d’un pezzo. Un sacerdote, il don Mario, che esercita il suo ministero con impegno, nelle corsie d’ospedale a Monza, alla veneranda età di 95 anni.