Eugenio Corti alla Sorbona di Parigi

Vi segnaliamo con piacere un importante convegno che si terrà alla Sorbona di Parigi il 29 e il 30 gennaio.

Il convegno, interamente dedicato alla figura e all’opera di Eugenio Corti, vedrà la partecipazione di importanti studiosi di livello internazionale.

Eugenio Corti, il fiume inarrestabile della narrazione

La fortuna, o meglio il pezzo di fortuna toccato finora all’opera di Eugenio Corti (classe 1921) dipende soprattutto dalla sua grandezza. Non penso, sinceramente, che l’essere stato osteggiato da una certa cultura laicista dominante, il fatto cioè di non essere piaciuto ai maggiorenti della cultura italiana, sia un elemento importante di questa storia. Non ho mai voluto verificare se questa ostilità ci sia o meno, perché a me queste cose interessano poco. Le innumerevoli ristampe e la diffusione planetaria di opere come Il cavallo rosso o delle terribili pagine de I più non ritornano dimostrano come l’avversione ideologica sia alle volte un bene. La repressione non ha mai ucciso la verità.

Eugenio e Vanda Corti

Eugenio Corti, il Coraggio, la Verità, la Bellezza

Corti esprime la Bellezza con uno stile semplice, apparentemente semplice, perché nasce da uno straordinario lavoro di correzioni, di riscritture. Il Cavallo rosso è un romanzo «vero» perché contiene situazioni veramente vissute da Corti o da lui sentite raccontare dai protagonisti; e brulica di personaggi, talvolta con il loro vero nome, che Corti ha conosciuto personalmente o attraverso testimoni diretti. Il romanzo, dunque, è «vero», ma non di una verità meramente trasposta sulla pagina, bensì di una verità interpretata dall’arte del narratore.

Eugenio Corti e il suo Medioevo

Con questo nuovo libro Corti si è dedicato al periodo storico da lui più amato, il Medioevo, per esprimere ai suoi lettori la tesi di cui è fermamente convinto: che la civiltà occidentale così come la conosciamo oggi si fonda, senza sconto alcuno, sul Medioevo. Questo periodo storico bollato dai più in maniera pressapochista come «oscurantista» e «barbaro» in realtà, soprattutto a partire dai secoli della Res Publica Christiana (vale a dire il Basso Medioevo) ha visto la massima fioritura culturale conosciuta dall’umanità, paragonabile soltanto — dice Corti — alla Grecia di Pericle. Scrive infatti: «Possiamo definire questo il tempo dell’umanesimo cristiano. Nel grande quadro della storia dell’Occidente esso fu l’unico comparabile… con la meravigliosa primavera ellenica dei secoli VI, V e IV a. C .»