Eugenio Corti, dalla Russia al Pacifico, un “cantastorie” al servizio di Dio

Nelle parole di Eugenio Corti la vita e la scrittura abitano la medesima casa. E il lettore di ogni tempo e luogo scopre di farne parte. Non c’è storia umana che non trovi spazio e respiro nello sguardo e nella penna di Corti. Lui, del resto, si è sempre descritto come un cantastorie: la sua capacità di incantare narrando trova in Omero un maestro riconosciuto fin dai tempi del ginnasio.

Il cavallo rosso

Scritti di Eugenio Corti – L’anima di Stefano

La sua anima abbandonò il corpo. Come quando bambino, nel cortile della Nomanella, poggiati per gioco mani e ventre su una stanga del carro Stefano spingeva le gambe in alto e la testa in giù per vedere il mondo capovolto, così ora intorno a lui si produsse un grande capovolgimento.

Nello stesso istante a Nomana – a tremila chilometri di distanza – un ticchettio su un vetro della camera da letto destò la mamm Lusìa, che lanciò un grido: << Stefano è morto! Oh, povera me, povera me, povera me. >>