Eugenio Corti

La stagione all’inferno di Eugenio Corti

I più non ritornano è una testimonianza e un memoriale: Corti vuol strappare alla dimenticanza questi brandelli di storie individuali e collettive. Non potendo dar loro sepoltura, egli vuole perpetuare il ricordo dei suoi compagni morti: ci sono in questo libro figure indimenticabili come quella di Zoilo Zorzi, il giovane ufficiale veneto che prende congedo con eleganza dai suoi commilitoni e dalla vita: Corti vuol salvare lui e gli altri da quell’altra forma di morte che è l’indifferenza.

Eugenio Corti

Il mio inferno rosso

“Vengono a incontrare un testimone del Novecento. La domanda che prima o poi tutti mi fanno è: come ha fatto lei, che ha visto tutti gli orrori del Novecento, a non perdere la fede? Ma è proprio perché ho visto, ho toccato con mano le bestialità delle ideologie che pretendono di sbarazzarsi di Dio, rispondo sempre, che la mia fede si è confermata, rafforzata”.

Il cavallo rosso - edizione francese

Corti: des soldats italiens vivent l’Apocalypse

Certains parlent d’un Guerre et Paix italien. D’autres comparent le travail de Corti à L’Archipel du Goulag. Oui, il y a du Soljenitsyne dans sa volonté de raconter l’irracontable, d’écrire le mal, et le souffle de Tolstoï dans l’art de mêler ses personnages à la grande histoire. L’enfer blanc de Russie, le Goulag, la bataille du Mont-Cassin et celles d’Afrique, la chute du fascisme… L’histoire italienne existe à travers des destins particuliers, celui d’Ambrogio, de Stefano, Michele, Manno… Et chez chacun de ces garçons, il y a un peu d’Eugenio Corti.

Histoire d'Angelina et autres récits

C’è un Solzhenitsyn in Brianza che ha venduto 400.000 copie

Finora, nella modernità, ho scritto otto libri: sono un uomo della modernità, in particolare del Ventesimo secolo. E’ quello che sento più mio.
E’ vero, siamo nel Ventunesimo, ma ormai ho passato gli ottant’anni, questo non è più il mio tempo. Il Medioevo, tuttavia, è il periodo storico che ami di più. Occupandomi di esso ho cercato di prenderne in esami che potessero interessare la gente di questo nostro secolo. Ho aspettato molto prima di dedicarmi al Medioevo, mi sono molto documentato ho studiato e lavorato.

Eugenio e Vanda Corti

Tenuto per mano da Domineddio

Negli ultimi anni, con il volto scavato dalla vecchiaia in cui brillava la vivacità degli occhi azzurri, godeva dell’amicizia di tanta gente. Nella casa di Besana Brianza dov’era nato e a cui era legatissimo, riceveva gruppi di studenti e amici, passava serate a discutere del passato e del presente, insegnava e imparava, desideroso di giudicare i fatti e contento di potersi confrontare con i più giovani. Fino a scoprire che, a volte, il più giovane era proprio lui, quel signore con il pizzetto e il bastone che camminava adagio per essere sceso nel mistero del male tenuto per mano da Domineddio.