La statua del cavallo rosso a Besana Brianza
La statua de Il cavallo rosso, realizzata dall’artista Pietro Villa e dedicata al romanzo di Eugenio Corti.
La statua de Il cavallo rosso, realizzata dall’artista Pietro Villa e dedicata al romanzo di Eugenio Corti.
Una testimonianza straordinaria, un documento che continua a “parlare”, attraverso i decenni, le esperienze, i cambiamenti: sono le lettere che Eugenio Corti, il grande scrittore scomparso il 4 febbraio 2014, ha scritto e inviato dal fronte russo, durante la guerra, dal 6 giugno 1942 al 29 gennaio 1943. Queste lettere sono state scelte e raccolte in una silloge dal titolo «Io ritornerò» (edita da Ares), presentato qualche giorno fa al Meeting di Rimini.
A questo link è possibile ascoltare e scaricare la conversazione di Vanda Corti e Alessandro Rivali ai microfoni di Radio Maria.
Eugenio diceva sempre che i suoi libri sarebbero serviti in futuro quando le nuove generazioni si fossero rese conto dei tanti errori commessi. I giovani sono sempre gli stessi, sono pronti ad assorbire e ad imparare. L’importante è che ci siano dei maestri.
«Abbiamo avuto una vita intensa. Eugenio era complicato, ma era di una generosità unica. Era un uomo curioso, di tutto e tutto entrava nella sua scrittura. Mi ha fatto vedere la profondità delle cose».