Eugenio Corti: “Restaurate la Res publica christiana”
Corti, classe 1921, fin da giovane aveva intuito la sua vocazione letteraria. Una vocazione che ha preso forma e si è arricchita in virtù delle esperienze che la vita gli ha posto dinnanzi e che lo scrittore ha saputo (e ha accettato di) cogliere: su tutte, il venire a contatto con la cruda realtà della guerra e l’esperienza ai limiti della sopravvivenza durante i ventotto giorni trascorsi “nella sacca” durante la ritirata di Russia del 1943, poi narrati ne “I più non ritornano” (Garzanti, 1947). Ma anche una chiamata maturata nella quotidianità di una fede semplice, vissuta in famiglia, e sviluppata grazie ad una capacità di lettura e di analisi della storia passata e contemporanea certamente non comune.