Eugenio Corti, il grande scrittore sconosciuto a scuola

L’auspicio in questo secondo anniversario della morte di Eugenio Corti è, quindi, duplice: le scuole e gli insegnanti si aprano alla scoperta di questo grande autore; si tenga anche in Italia un importante convegno sulla sua figura, come è accaduto il 29 e 30 gennaio all’Università Sorbona a Parigi con la partecipazione dei più importanti studiosi a livello internazionale.

A due anni dalla scomparsa, la Francia rende omaggio a Eugenio Corti

A soli due anni dalla scomparsa, e a cavallo tra la data di nascita e di morte (21 gennaio 1921 – 4 febbraio 2014), il 29-30 gennaio si terrà a Parigi un prestigioso convegno sulla figura dello scrittore Eugenio Corti.
Il contesto (l’università Sorbona) e i relatori (Francois Livi, Gerard Genot, Elena Landoni, Cesare Cavalleri per citarne solo alcuni) rendono l’idea di quanto l’appuntamento sia prestigioso e, a suo modo, “insolito”, come fa notare a tempi.it Paola Scaglione, studiosa ed esperta della produzione di Corti: «Non è affatto usuale che, a così pochi anni dalla scomparsa, già si celebrino questi tipi di convegni su autori contemporanei».

Eugenio Corti alla Sorbona di Parigi

Vi segnaliamo con piacere un importante convegno che si terrà alla Sorbona di Parigi il 29 e il 30 gennaio.

Il convegno, interamente dedicato alla figura e all’opera di Eugenio Corti, vedrà la partecipazione di importanti studiosi di livello internazionale.

Eugenio Corti, il fiume inarrestabile della narrazione

La fortuna, o meglio il pezzo di fortuna toccato finora all’opera di Eugenio Corti (classe 1921) dipende soprattutto dalla sua grandezza. Non penso, sinceramente, che l’essere stato osteggiato da una certa cultura laicista dominante, il fatto cioè di non essere piaciuto ai maggiorenti della cultura italiana, sia un elemento importante di questa storia. Non ho mai voluto verificare se questa ostilità ci sia o meno, perché a me queste cose interessano poco. Le innumerevoli ristampe e la diffusione planetaria di opere come Il cavallo rosso o delle terribili pagine de I più non ritornano dimostrano come l’avversione ideologica sia alle volte un bene. La repressione non ha mai ucciso la verità.