L'isola del paradiso

Più di un fumetto

In una splendida isola fuori dal mondo, nel Pacifico sud-occidentale. Un pugno di marinai britannici disposti a tutto pur di vivere senza regole e imposizioni. Il mito della libertà di un’esistenza totalmente felice, condotta...

Il cavallo rosso

Il cavallo rosso di Eugenio Corti

Il cavallo rosso è certamente anche il romanzo del trionfo cristiano del bene sul male, ma non qui in terra come ne I promessi sposi, bensì nella luce eterna di Dio, che non conosce tramonto.. Tale sembra lo schema di questo romanzo che può dirsi anche la lettura cristiana in filigrana della storia della Chiesa italiana del post-concilio in un settore paradigmatico e privilegiato com’è la Brianza, la Vandea d’Italia. Romanzo unico nel suo genere.

Eugenio Corti

La lezione di Eugenio Corti

Modernissimo. Anche se fino a 93 anni ha scritto e studiato nella stanza dov’era nato, con la scrivania davanti alla finestra per vedere le Prealpi lombarde. Anche se parlava della patria come dell’«eredità lasciata dai padri». Anche se diceva che una farfalla basterebbe a dimostrare l’esistenza di Dio (maiuscolo). Eugenio Corti, uno dei cinque più grandi scrittori italiani del Novecento – gli altri quattro sceglieteli voi, o forse li avete già sul comodino – è modernissimo. Proprio perché parlava, scriveva e viveva così. E a tre anni dalla morte continua a ricevere lettere come se fosse eterno, nella sua casa gialla di Besana Brianza dove nacque il 21 gennaio 1921, curiosamente e per una forma di contrappasso, il giorno della fondazione del Partito comunista italiano.

Il cavallo rosso

Quel cavallo rosso dell’Apocalisse

Da poco meno di due anni, anche se per ora non lo sa, o fa finta di non saperlo, la cultura italiana può vantare un nuovo grande romanzo. Uno di quei romanzi che narrano la storia, ma che sarebbero degni anche di farla, la storia letteraria e non soltanto quella, se non altro perché la rappresentazione e l’interpretazione del passato da essi proposte dovrebbe, o potrebbe, aiutare l’uomo ad affrontare le difficoltà del presente e a costruire un futuro meno peggiore di quello che i segni dei tempi lasciano intravedere. Uno di quei grandi libri che sfuggono a ogni sorta di definizione, non perché il loro argomento sia indefinito, o perché indefinibili siano le idee che danno corpo alla loro prosa, ma in quanto, per ricchezza e varietà di contenuti, mal si prestano a essere classificati, e magari archiviati, entro gli astratti e per forza di cose aridi schemi cari a tanta critica moderna.