La prefazione di François Livi a Le cheval rouge
Ci si può interrogare sulle ragioni di questo sorprendente successo in libreria di un romanzo che non fa alcuna concessione e che a saputo creare tra autore e lettori una corrente di simpatia formidabile. Il numero eccezionale di lettere ricevute da Eugenio Corti lo dimostra. Questo dipende soprattutto dal carattere di testimonianza che riveste questo romanzo: non solamente i personaggi storici che lo attraversano, ma tutti gli avvenimenti storici narrati – dalla campagna di Russia alle manifestazioni della barbarie nazista, dalla scoperta dei gulag comunisti agli episodi della resistenza nel Nord Italia, alla vita politica degli anni cinquanta e sessanta – sono assolutamente e rigorosamente veri. Questa forza della verità è il cemento che sostiene Il cavallo rosso. Ma Eugenio Corti ha scritto anche un grandissimo romanzo. Il suo soffio epico, la varietà dei registri stilistici, la verità e la potenza delle passioni conquistano il lettore fin dalle prime pagine. Senza dubbio destinato a resistere alla prova del tempo, Il cavallo rosso fa pensare a Manzoni, così come ai grandi romanzieri russi, in particolare a Tolstoj.