La prima impressione che produce questo libro tremendo è che sia un libro di cronaca; così vera e greve e tetra da diventare selvaggia. E cronaca rimane, beninteso; ma c’è ben altro (c’è, dietro la realtà, la verità). Cronaca della ritirata di Russia; la “sacca” di alcune migliaia di uomini dell’Armir, che la rottura del fronte del Don ha tagliato dalle retrovie: senza automezzi, senz’armi, senza viveri, battuti, laceri. Perdono subito ogni consistenza di esercito; anzi, la storia s’inizia quando l’hanno già perduta, quando il loro destino è deciso, quasi indipendentemente dalla volontà e dalla forza e dagli accorgimenti umani.