Un romanzo con ben 32 edizioni
Eugenio era interessato alla posterità, voleva fare un lavoro che restasse, che raccontasse qualcosa alle generazioni che sarebbe arrivate dopo.
Eugenio era interessato alla posterità, voleva fare un lavoro che restasse, che raccontasse qualcosa alle generazioni che sarebbe arrivate dopo.
François Livi è uno che di Letteratura se ne intende. Italianista tra i più autorevoli d’Europa, docente emerito di Lingua e Letteratura italiana alla Sorbona di Parigi, nel 1984 è stato il primo in Francia a scoprire l’opera di Eugenio Corti. E nel gennaio 2016, a soli due anni dalla scomparsa dello scrittore, è stato il primo al mondo a organizzare – per di più nella prestigiosa Università parigina – un convegno internazionale su di lui. Il 7 giugno è stato l’ospite d’onore alla sessione italiana del convegno, promossa dall’Università Cattolica di Milano. Già nel 1984, con felice intuito, il professor Livi aveva previsto che Il Cavallo rosso sarebbe rimasto una «stella fissa» nel firmamento della letteratura.
Non è certamente frequente che uno scrittore contemporaneo, a soli due anni dalla scomparsa, assurga agli onori di oggetto unico di un simposio internazionale di queste dimensioni. Men che meno è usuale che un autore così dichiaratamente e polemicamente cattolico venga celebrato in un tempio della cultura laica come la Sorbona. E addirittura eccezionale è la decisione di dare così ampio risalto a uno scrittore scomodo e volutamente marginalizzato.
Cari amici, abbiamo il piacere di comunicarvi che martedì 7 giugno 2016 dalle ore 9.00 presso la Cripta Aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in Largo Gemelli 1 a Milano si svolgerà un grande Convegno internazionale in onore dello scrittore Eugenio...
La notizia è che alla Sorbona si è parlato di Eugenio Corti in un convegno dal titolo “Le récit par images – Eugenio Corti (1921-2014)”. Si tratta di un evento eccezionale per uno scrittore scomparso da soli due anni, di un riconoscimento di alto livello che ha confermato in maniera definitiva l’ingresso dell’autore del romanzo Il cavallo rosso nel canone della letteratura novecentesca.