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L’accordo è che si parlerà di politica. Ma di quale politica? “Il punto di partenza – afferma lo scrittore Eugenio Corti senza preamboli – è la situazione generale della cultura, oggi. Tutto ha inizio all’epoca del Rinascimento, quando è avvenuto il passaggio dall’umanesimo teocentrico cristiano all’Umanesimo tout court”. Lo scrittore Eugenio Corti non è nuovo ad analisi del presente che partano da lontano, nel tempo o negli avvenimenti. Il cavallo rosso (Ares, 1983), il suo romanzo capolavoro, è una lunga saga degli uomini e della storia, che sa rendere conto con passione dei decenni che vanno dal 1940 al 1974.
Eugenio Corti ha appena festeggiato ottant’anni. Qualche anno fa un sondaggio tra i lettori di Avvenire lo aveva indicato come il più amato fra gli scrittori cattolici viventi. Lo scorso ottobre una giuria presieduta dal sociologo Gianfranco Morra gli conferiva il premio internazionale “Medaglia d’oro al merito della cultura cattolica”: un riconoscimento che era andato in passato, fra gli altri a filosofi come Adriano Bausola e Augusto del Noce, ai cardinali Joseph Ratzinger e Giacomo Biffi, e al fondatore di Comunione e Liberazione don Luigi Giussani.
In Francia, a Nizza, si sta svolgendo il Salone del Libro, e uno degli ospiti illustri della manifestazione è uno straniero, un italiano: Eugenio Corti.
“Il fumo di Satana è entrato nel tempio di Dio […]. Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. E’ venuta invece una giornata di...
«Andai sul fronte russo per vedere se davvero i comunisti erano più cristiani di noi, come diceva il maritainiano Mounier. Scoprii che il regime aveva fatto cose terrificanti. E decisi che dovevo raccontare quel che avevo visto»