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A teatro la tragedia di Eugenio Corti

Il 24 giugno 2011 potrebbe essere ricordato come un evento socialmente significativo e culturalmente rivoluzionario. Franco Branciaroli, accompagnato da un cast di tredici attori, interpreterà l’uomo più tragico di tutta la storia del Novecento, Iosif Vissarionovic Dsugasvili detto Stalin, protagonista della tragedia di Eugenio Corti “Processo e morte di Stalin”.

Eugenio e Vanda Corti

Il disastro dossettiano secondo Eugenio Corti

L’accordo è che si parlerà di politica. Ma di quale politica? “Il punto di partenza – afferma lo scrittore Eugenio Corti senza preamboli – è la situazione generale della cultura, oggi. Tutto ha inizio all’epoca del Rinascimento, quando è avvenuto il passaggio dall’umanesimo teocentrico cristiano all’Umanesimo tout court”. Lo scrittore Eugenio Corti non è nuovo ad analisi del presente che partano da lontano, nel tempo o negli avvenimenti. Il cavallo rosso (Ares, 1983), il suo romanzo capolavoro, è una lunga saga degli uomini e della storia, che sa rendere conto con passione dei decenni che vanno dal 1940 al 1974.

In scena Processo e morte di Stalin

Teatro Manzoni di Monza

VENERDI’ 24, SABATO 25, DOMENICA 26 GIUGNO ore 21.00

FRANCO BRANCIAROLI in

“PROCESSO E MORTE DI STALIN”
Tragedia di Eugenio Corti

Produzione Teatro de gli Incamminati

in collaborazione con la Fondazione Il Cavallo Rosso, la Fondazione Costruiamo il Futuro e il Liceo Don Gnocchi di Carate Brianza

La geografia de Il cavallo rosso

Come tutti i grandi romanzi storici, Il cavallo rosso di Eugenio Corti ci porta in luoghi che poi resteranno impressi per sempre nella nostra memoria. Storia, geografia e vicende personali dei protagonisti s’intrecciano e anche noi percorriamo con Michele, Manno, Ambrogio e Pierello migliaia di chilometri, schiacciati con loro in una tradotta militare; o trascinando i piedi congelati nella neve.

Racconto i miei 90 anni una parola dopo l’altra

Eugenio Corti è arrivato ai 90 anni, che compie il 21 gennaio, con l’invidiabile record di essere completamente ignorato dalla cosiddetta intellighenzia gauche caviar. Record straordinario, se si considera che questo figlio della Brianza cattolica è uno degli scrittori più importanti del Novecento. E siccome è ignorato dalla sinistra gauche caviar, è addirittura sbeffeggiato dalla casta clerical chic, che non potrebbe vivere senza le briciole di pensiero gettate sotto il tavolo della sinistra intelligenza gauchista. E, se per la sinistra, Corti va ignorato in quanto cattolico, per la casta clerical chic va ignorato in quanto “paolotto”, in quanto cattolico inossidabilmente popolare. Roba da brivido per le schiene levigate degli intellettuali cattolici progressivi e da salotto. Ma, tirate le somme, questi signori non hanno nulla da dire nemmeno sull’istante presente. Mentre il paolotto Corti, che ha percorso il Novecento armato della sua fede e l’ha raccontato e giudicato, ha molto da dire sul passato e dunque sul futuro. Basta andarlo a trovare a Besanza Brianza, sedersi davanti a lui e citare nomi e fatti.