La Brianza onora Eugenio Corti: tre giorni per spezzare il silenzio
Monticello Brianza (Muntisèll) – All’estero viene considerato come uno dei maggiori scrittori cattolici. Ma in Patria su Eugenio Corti incombe la “congiura del silenzio” del pensiero dominante, che non gli perdona le critiche ai miti progressisti e al Concilio Vaticano II e il suo amore per l’identità locale. Il Festival della Brianza spezza l’ostracismo.
GRANDE PROTAGONISTA. Il Festival della Brianza si è aperto nella giornata di ieri, venerdì, con un omaggio floreale alla signora Vanda, vedova di Eugenio Corti. Allo scrittore, infatti, è dedicata la mostra “Dalla Brianza al mondo: Eugenio Corti”, che rimarrà esposta sino a domenica 6 aprile a Villa Greppi. «Un’occasione per conoscere la vita e l’opera del grande scrittore, venuto a mancare lo scorso 4 febbraio nella sua casa a Besana in Brianza – ha spiegato Francesco Sangiorgio, presidente dell’associazione Costruiamo il Futuro -. Eugenio Corti è stato un grande protagonista della cultura italiana, capace di raccontare la grande epopea del Novecento facendo emergere la natura profonda dell’uomo di ieri, di oggi e di sempre.»
STRAORDINARIO PATRIMONIO. Al taglio del nastro, Marco Benedetti, assessore alla cultura della Provincia di Lecco, Enrico Elli, suo omologo della Provincia di Monza e Brianza, Enzo Bruni, presidente del Consorzio Brianteo Villa Greppi e Romualdo Massironi, presidente dell’associazione Culture e Tradizioni della Lombardia. «La Provincia di Lecco – ha detto Benedetti – sostiene con convinzione la prima edizione del Festival della Brianza, presso la sede del Consorzio Villa Greppi, location ideale tra le Province di Lecco e di Monza e Brianza per una tre giorni intensa, che intende valorizzare e analizzare lo straordinario patrimonio culturale, identitario e produttivo della terra briantea».
PIETRA MILIARE. Quanto alla figura di Corti che, oltre a importanti riconoscimenti, nel 2000 ricevette il Premio internazionale “Al merito della cultura cattolica”, Benedetti ebbe modo di pronunciare parole importanti in occasione della morte dello scrittore. «Il mondo della cultura lecchese – disse – perde una delle sue pietre miliari: a Eugenio Corti va il mio sentito e commosso ringraziamento per la sua incessante opera di conservazione e di trasmissione delle tradizioni del nostro territorio».
LE OPERE. Un gigante da riscoprire nelle sue opere. Innanzitutto “Il Cavallo rosso”, il capolavoro pubblicato dalle edizioni Ares nel 1983, che il direttore del Figaro Litteraire ha definito «uno dei migliori romanzi europei degli ultimi 25 anni». E poi: “La terra dell’indio” (1998), “L’isola del paradiso” (2000), “Catone l’antico” (2005). I saggi raccolti nel 1996 nel volume “Il fumo nel tempio”, e le storie brevi del volume “Il Medioevo e altri racconti” (2008). Monsignor Maggiolini, il compianto vescovo di Como che lo stimava profondamente, lamentò pubblicamente la “congiura del silenzio” con cui la cultura dominate, anche di stampo cattocomunista, tentava di cancellare la stessa esistenza di Eugenio Corti. A Monticello, per molti sarà una scoperta…
PIATTI DELLA TRADIZIONE. Oggi proseguono gli appuntamenti in programma. Dalle ore 10.30 si tengono degustazioni culinarie a cura di In-Presa di Carate Brianza che insegnano a preparare e cucinare piatti della tradizione brianzola. Domenica la giornata clou del fesival. Come nei due precedenti giorni prosegue la visita alla mostra dedicata a Corti, così come la mostra fotografica Storia di una terra: la Brianza a cura di Pietro Redaelli, storico fotografo che attraverso i suoi scatti ha immortalato ben 50 anni del territorio.
(Corriere di Lecco, 05/04/14)