A teatro la tragedia di Eugenio Corti
Il 24 giugno 2011 potrebbe essere ricordato come un evento socialmente significativo e culturalmente rivoluzionario. Franco Branciaroli, accompagnato da un cast di tredici attori, interpreterà l’uomo più tragico di tutta la storia del Novecento, Iosif Vissarionovic Dsugasvili detto Stalin, protagonista della tragedia di Eugenio Corti “Processo e morte di Stalin”.
Molti sono gli elementi che la rendono un’iniziativa di primo piano. Quello storico, ovvero il fatto che per la prima volta dopo sessant’anni la tragedia di Corti viene messa in scena, e c’è un elemento legato alla particolarità della preparazione e cioè il coraggio di un folto gruppo di attori professionisti di coinvolgersi nel lavoro con un coro tragico di ventisette ragazzi, studenti di vari licei formati per lo spettacolo.
L’occasione è anche quella di dare finalmente corpo a un testo definito da Mario Apollonio “una delle più grandi tragedie del Novecento”, e poterlo portare sui palcoscenici di tutti i più grandi teatri italiani, a cominciare dalla prima nazionale di Monza, cosa che restituisce allo scrittore il prestigio letterario che gli fu negato ideologicamente. La figura di Stalin che emerge dalla sua tragedia non è quella di un dittatore qualsiasi, che impone con la forza il proprio potere e la propria ideologia.
Il protagonista che Corti descrive è innanzitutto un uomo. Un uomo approfondito con cura psicologica e finezza letteraria e che possiamo definire “tragico” perché ben cosciente che la sua battaglia non è contro una parte avversa o un paese straniero, ma contro Dio. Così come l’eroe antico si scontrava con gli dei. Franco Branciaroli sarà la voce e il corpo di questa complessità che si è fatta storia. A guidarlo, e con lui tutto il cast, il regista e attore Andrea Maria Carabelli. Accompagnano le musiche originali di Alessandro Nidi.
Per i biglietti, consultare il sito www.teatromanzonimonza.it oppure telefonare allo 039/386500.
(07/06/11, Tempi)