Undici tappe per conoscere la Brianza del Cavallo rosso
La scelta delle tappe che compongono il percorso dedicato allo scrittore Eugenio Corti e al suo romanzo Il cavallo rosso è stata compiuta per valorizzare al massimo il legame con il territorio. Sono stati identificati quattro tematismi caratteristici – secoli di tradizione cristiana, antiche ville e dimore, il paesaggio, antichi mestieri – riscontrabili sia nel romanzo che nelle identità brianzola. I temi sono stati poi posti in relazione ai luoghi espressamente citati nel romanzo come location di episodi o strettamente legati alla vita dell’autore. Il percorso che ne è risultato conserva dunque sia un elemento di forte specificità e caratterizzazione rispetto all’autore, che una funzione più ampia di metafora narrativa per l’accesso al territorio.
Il percorso avrà inizio a Villa Greppi di Monticello Brianza, dove si trova la sede centrale, punto di informazione e di riferimento dell’intero itinerario. Villa Greppi si trova a Monticello Brianza, nella frazione di Casate Vecchio. Si tratta di una grande villa ottocentesca fatta costruire dalla nobiltà terriera sui propri possedimenti. La villa è circondata da un ampio parco composto da un giardino all’italiana e da un giardino paesistico all’inglese con pregevoli composizioni di architettura vegetale, ars topiaria e maestosi esemplari isolati. Proprio sotto Villa Greppi, nei pressi delle cascine Besanelle, comincia l’avventura de “Il cavallo rosso”. Per il riferimento tematico “antiche ville e dimore”, altri luoghi da visitare saranno Villa Dragoni Volta e Villa Borella de Sabata a Besana Brianza, Villa Cubani Confalonieri a Carate, Villa Sartirana a Giussano, Villa Lurani Cernuschi a Casatenovo e Villa Medici Giulini a Brioso.
Tra Besana, Renate e Monticello si trovano le Besanelle. I sentieri che scendono dalle Besanelle verso Renate, con lo stupendo scorcio delle Grigne e del Resegone, sono i luoghi dove si apre il primo capitolo del romanzo, con lo sfalcio del prato ad opera del contadino Ferrante e di suo figlio Stefano, sotto lo sguardo di Ambrogio Riva, il giovane rampollo di una famiglia di industriali. Della struttura originaria delle vecchie cascine (le quattro Besanelle) dove Corti ambienta alcune tra le scene più significative del romanzo, rimane oggi ben poco. Si è però conservato lo stupendo scenario delle Prealpi lecchesi che fa da sfondo alla verdeggiante Brianza collinare. Da qui partono i sentieri del Parco agricolo della Valletta. Altri luoghi da visitare per il riferimento tematico al paesaggio saranno il Sasso del Guidino a Besana, il Bosco del Chignolo nel Parco Valle Lambro, il sentiero tra Besana e Monticello del Parco della Valletta, il Parco di Monza, il Parco di Montevecchia e della Valle del Curone, la “Gagiada” nella Valle della Bevera tra Briosco e Capriano, l’area del “Carigg” tra Renate, Besana e Veduggio.
Terza tappa alla Cascina Lodosa (Odosa nella realtà) tra Besana e Renate, con il torrente Bevera dalle acque lucenti: la piccola patria che accoglie Pierello dopo il lungo peregrinare dalla Russia all’Italia, attraverso la Germania nazista in fiamme, tra un’umanità dolente in fuga su laghi ghiacciati e lungo piste di fango. Oggi ci sono tratti di campagna, con alcuni angoli che ricordano ancora il paesaggio descritto nel romanzo. La tranquillità della campagna briantea, antitetica all’orrore e all’inferno della guerra.
Quarta tappa a Villa Corti a Besana, la casa di Ambrogio Riva nel romanzo, l’abitazione di famiglia dello scrittore, dove tuttora vive con la moglie. Si tratta di una villa ottocentesca di colore giallo su due piani, sviluppata in lunghezza. Un tempo ospitava la fabbrica tessile della famiglia Corti, per poi diventare esclusivamente abitazione della famiglia. La villa è circondata da un meraviglioso parco con esemplari di alberi secolari. All’angolo della casa dove tuttora risiede Eugenio Corti è la tappa successiva, la Madonna del Rosario. Si tratta di una tipica edicola mariana, espressione della religiosità popolare assai diffusa in Brianza. Altri luoghi da visitare per il tematismo “secoli di vita cristiana” saranno la basilica di Agliate, il monastero di Brugora, la canonica di San Salvatore a Barzanò, San Pietro al Monte a Civate, il Duomo di Monza, il santuario della Beata Vergine del Carmelo di Montevecchia, il santuario di Santa Maria Assunta a Triuggio, il santuario di Santa Valeria a Seregno, le numerose cappelle ed edicole mariane.
Sesta tappa nella piazza di Besana Brianza, Nomana nel romanzo, dove avvennero la dichiarazione di guerra e il comizio dei comunisti a guerra finita. La piazza è sede di uno dei mercati più importanti e antichi della Brianza e nel giorno di Santa Caterina ospita da oltre un secolo la fiera agricola omonima. Collegati e da visitare, per il tema “antichi mestieri”, saranno il Mulino Ronchi Peregallo e l’ex Cartiera Villa a Briosco, il Museo Carlo Verri a Biassono, il Museo etnografico dell’Alta Brianza a Galbiate, la Valle dei Mulini lungo il Lambro a Verano, la Manifattura Caprotti a Triuggio, la Fornace Artistica Riva nella frazione Fornaci di Briosco.
Tappa successiva alla stazione di Besana Brianza. Stefano, uno dei protagonisti del romanzo, parte proprio da questa stazione per la guerra. In periodo postbellico la stazione diventa il punto di partenza degli operai, tra cui Pierello, per le fabbriche di Sesto San Giovanni. Le stazioni sono ancora quelle di inizio novecento, davvero identiche a quelle citata nel Cavallo rosso. Insieme alla villa del Corti e dei Dragoni, sono probabilmente l’unico ambiente che si è conservato in maniera più integrale tra tutti quelli descritti nel libro.
Ottava tappa alla casa di Don Gnocchi, a Montesiro, frazione di Besana, dove una lapide sul muro di una vecchia abitazione ricorda la presenza di don Carlo Gnocchi. “Due miei figli li hai già presi, Signore. Il terzo te lo offro io, perché tu lo benedica e lo conservi sempre al tuo servizio”. Così mamma Clementina, vedova Gnocchi, dopo la morte del marito marmista e dei primi due figli, Mario e Andrea – scomparsi in giovanissima età – a proposito della vocazione sacerdotale del terzogenito, Carlo. Per molti anni Carlo e sua madre vissero a Montesiro, ospitati nella casa dei parenti materni. Fu il coadiutore locale, don Luigi Ghezzi a coltivare la vocazione del giovane e qui, a Montesiro, don Gnocchi celebrò la sua prima messa, il 6 giugno 1925. Lo stesso don Gnocchi, cappellano militare alpino durante la campagna di Russia, celebrò il matrimonio di Eugenio Corti con Vanda di Marsciano nel 1951.
La nona tappa alla Stabilimento Corti sul Lambro, in territorio di Giussano. Si tratta di una tessitura costruita sulle rive del fiume, in località Agliate. Venne acquistata dalla famiglia Corti nell’immediato dopoguerra ed impiegò qualche centinaia tra operai e operaie. La ditta fu però venduta dopo pochi anni, in seguito ad una grave crisi del settore. Importante è il rapporto tra queste fabbriche e il Lambro: da fine ottocento, ne sorsero numerose, in genere filande, tessiture e tintorie, lungo il fiume per sfruttarne le acque.
La decima tappa alla Vetreria di Besana Brianza. La vetreria è un grande stabilimento industriale, posto a nord, proprio sotto la grande casa dei Riva nel Cavallo rosso, Villa Corti nella realtà. L’undicesima a Villa Vertua a Nova Milanese. Villa Ponrticelli Prinetti Vertua Masolo è un edificio in stile liberty dotato di un vasto parco, oggi di proprietà dell’amministrazione comunale che ne ha fatto la sede della collezione permanente delle Arti del Fuoco e della donazione del pittore Vittorio Viviani.
Il progetto prevede la realizzazione di diverse attività volte a potenziare l’attrattiva e la visibilità di tutto il percorso. Ai visitatori sarà offerta la possibilità di dedicare del tempo alla scoperta dell’autore e del territorio. Momenti “speciali” per sperimentare questi luoghi e, attraverso attività specifiche, conoscere ed approfondire alcune dimensioni del percorso.
(13/11/2010, Il Punto Stampa)