Corti merita il Nobel, parola di Regione
Monza – Eugenio Corti trova un nuovo, importante, alleato: la Regione. Martedì il consiglio lombardo ha approvato a larga maggioranza una mozione presentata da Enrico Marcora dell’Udc e sottoscritta da altri politici tra cui Stefano Carugo del Pdl, che impegna l’ente a sostenere la candidatura dello scrittore al Premio Nobel. Corti, si legge nel testo, “è stato testimone e protagonista di alcuni tra i maggiori eventi della storia nazionale italiana e ha sempre manifestato una rigorosa coerenza ideale e una ferma onestà intellettuale”.
Il documento, che ha ottenuto l’adesione di tutti i gruppi, esclusa la Lega che si è astenuta, impegna Roberto Formigoni a promuovere la conoscenza del besanese nelle scuole superiori e a supportare i comitati nati per sostenere la sua corsa verso il prestigioso riconoscimento. «Corti è un grande esempio di lombardo – afferma Carugo, uno dei pochi politici ad aver letto Il cavallo rosso – oltre ad essere uno dei maggiori letterati del Novecento, è un esponente della Brianza buona, che lavora. In un momento in cui essere cattolici non è di moda mi fa piacere supportare la sua candidatura; il Pirellone dovrà organizzare convegni e fare lobby per cercare di raggiungere il traguardo del Nobel».
«La Regione – gli fa eco Marcora – prosegua con convinzione questo cammino affinché venga premiato un lombardo la cui opera letteraria è unica per la dimensione universale in cui si situa la sua riflessione sull’uomo». «Non ho letto i testi di Corti – confessa Enrico Brambilla del Pd – ed ho qualche riserva sull’opportunità che le istituzioni promuovano un riconoscimento che dovrebbe essere l’espressione della valutazione da parte della comunità scientifica e letteraria. Per questo non mi sento di criticare la scelta della Lega, noi però abbiamo ritenuto opportuno soprassedere su questi principi per fare sistema a favore del nostro territorio».
Il padano Massimiliano Romeo parla in termini entusiastici dello scrittore brianzolo pur non avendolo letto: «È una grande figura – premette – per me è quasi un idolo in quanto anticomunista e contrario alla legge sul divorzio». Poi chiarisce la posizione del Carroccio: «Non riteniamo che la via politica sia quella giusta per la candidatura – precisa – ci sembra tirato per i capelli chiedere a Formigoni di promuovere la sua causa. Oltretutto si correrebbe il rischio che ogni consigliere si senta in diritto di proporre qualcuno per qualche premio».
(Monica Boralumi – Il Cittadino MB – 15/09/2010)