Un nuovo libro su Eugenio Corti
Il 29 novembre dello scorso anno, alla festa del libro organizzata dal Figaro Magazine a Parigi è stato chiesto a duecento scrittori invitati quale fosse il romanzo che più li avesse colpiti tra quelli usciti in Francia negli ultimi 20 anni. Il più autorevole tra gli invitati, Etienne de Montety, direttore del Figaro Littéraire, ha risposto senza esitazione: “Il cavallo rosso di Eugenio Corti”. C’è anche questa testimonianza tra le molte pagine di critica raccolte soprattutto all’estero nel nuovo libro dedicato all’opera di Eugenio Corti e uscito a luglio per le edizioni Ares. Per la cronaca Montety definisce il “Cavallo rosso” un “Ovni” (Oggetto volante non identificato) della letteratura europea “che gode di un culto tanto appassionato quanto segreto. E inspiegabile, se non si ammette la forza prodigiosa che da esso emana”.
La raccolta di pagine di critica si apre con l’italiano Cesare Cavalleri, critico letterario e direttore delle edizioni Ares che pubblicò Il cavallo rosso nel 1983, prosegue con la prefazione di François Livi, docente alla Sorbona che parla de “Il cavallo rosso” come di un vero e proprio caso letterario italiano. “Uno scrittore che lancia una sfida alla cultura dominante e ,contro ogni aspettativa, la vince”.
“Il cavallo rosso- scrive Livi- urta frontalmente numerose verità ufficiali e i pregiudizi ideologici dell’intellighenzia italiana, più lenti a sgretolarsi del muro di Berlino”. E ancora. “(…) ricorda il Manzoni e i grandi romanzieri russi, Tolstoj in particolare”, “(…) diventerà senz’altro una stella fissa della letteratura del nostro secolo”.
Molte le testimonianze di apprezzamento d’Oltrealpe. Philippe Maxence,critico letterario de L’Homme Nouveau, scrive nel 1997: “I libri veramente grandi sono rari:manifestamente, con Il cavallo rosso dell’italiano Eugenio Corti, ci troviamo di fronte a uno di quei monumenti che segnano un’epoca”. Oltre alle pagine di critica al capolavoro di Corti, il volume raccoglie anche le pagine di critica letteraria dedicate a “I più non ritornano”, “Gli ultimi soldati del Re”, Processo e morte di Stalin”.
Di Corti scrive così Massimo Caprara, per vent’anni segretario di Palmiro Togliatti capo del Pci: “Gli dobbiamo una ragione di vita. Gli devo pagine superlative di grandezza sulle quali anch’io cerco di incamminarmi su una strada difficile,ma luminosa”.
(Rosella Redaelli, Il Cittadino MB, 01/09/2010)