Lavoro e impresa ne «Il cavallo rosso»
Uscito nel maggio 1983, «Il cavallo rosso», romanzo capolavoro dello scrittore Eugenio Corti (1921-2014), ha compiuto quarant’anni. L’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e il Meeting di Rimini gli hanno dedicato una mostra. Tra gli eventi previsti, anche un incontro su lavoro e imprenditorialità, in cui Chiara Pazzaglia, giornalista e presidente delle Aci Provinciali di Bologna, ha dialogato con Francesco Righetti, presidente dell’Associazione culturale internazionale «Eugenio Corti», rete di estimatori delle opere dello scrittore.
Il romanzo inizia con due contadini, padre e figlio, che falciano il prato. Il papà, anziano, fa fatica e rimane indietro; il giovane si ferma e lo aspetta. «Fin dall’inizio del racconto il lavoro unisce le generazioni – commenta Pazzaglia – Lo stesso Corti trae tanto dall’esempio paterno». E’ esemplare infatti il personaggio di Gerardo Riva, ispirato a Mario Corti, padre dell’autore, imprenditore dalla forte religiosità e preoccupato di creare posti di lavoro per la gente. Un uomo così esiste o è ideale? «Sicuramente un modello a cui tendere – dice Pazzaglia – Papa Francesco ha ben delineato questa figura. L’imprenditore deve essere attento alle persone. E questo personaggio ha chiaro che il lavoro deve contribuire all’elevazione umana e spirituale di chi lo svolge».
E le donne? Altro personaggio è Alma Riva, figlia dell’imprenditore che non vuole contrapporre il suo essere moglie con la realizzazione nel lavoro. «Occorre armonizzare vita privata e lavoro – precisa Pazzaglia – perché non si tratta di “incastrare” vari impegni, come se gli aspetti fossero distinti. Alma sogna di fare l’insegnante e sa bene che come donna può realizzarsi come moglie, madre e professionista». Cosa dice questo romanzo oggi? «La lettura di quest’opera, aliena da visioni ideologiche e animata da una visione cristiana dell’uomo e del lavoro, va sicuramente incoraggiata anche nelle scuole». E le aziende? Si parla spesso di «team building», con lo scopo di creare un clima sereno e collaborativo. Perché non proporre la lettura del romanzo anche nei percorsi di formazione nelle aziende? «Su come impostare una giusta competizione nelle aziende si è fatto molto – riconosce Pazzaglia – e certamente la lettura di quest’opera può essere di aiuto in questo senso».
(Francesco Righetti, 03/09/23, Avvenire)