Tornerà la città celeste
L’artigliere alpino Eugenio Corti la notte di Natale del 1942, inghiottito dal gelo polare di Russia e circondato dai nemici invocava la Madonna con la disperazione dei suoi 22 anni.
“Avevo promesso che se fossi riuscito a tornare vivo da laggiù – racconta con la freschezza di un ventenne, ora che di anni ne ha ottanta – avrei dedicato la mia esistenza al versetto del Padre Nostro, ‘Venga il tuo Regno’. Mi sarei dato da fare fino in fondo perché quella atroce ferocia che vedevo negli occhi di russi e tedeschi, di comunisti e di nazisti non vi fosse più tra gli uomini”. Il cielo accolse la supplica del soldato Corti, uno tra i quattromila che tornarono a casa superstiti dei trentamila che erano partiti.
“Ho ricevuto la vita in premio e da quel giorno mi sono impegnato in difesa della verità, ho lottato in nome della verità. Nel mio lavoro di scrittore di matrice cattolica ho avuto contro la cultura dominante, ma non mi è mai interessato perché il vero omaggio me l’ha concesso Dio restituendomi una vita che credevo perduta. E mi ha regalato una vita intera”.
Si resta con gli occhi e lo sguardo su di lui, è inevitabile, non c’è niente di più incisivo della semplicità per catalizzare l’attenzione degli astanti. E sala Chilesotti ieri sera era gremitissima per assistere alla consegna del Premio di Cultura Cattolica all’autore de Il cavallo rosso, ma la folla voleva soprattutto ascoltare lui, una miniera di testimonianze ed un poster di fiducia srotolato sul domani.
“Certe notti ci mettevamo in marcia con 10 o 20 gradi sottozero – rivela – dormivamo con –40 e c’era chi non si risvegliava più. I giovani oggi vengono ancora a trovarmi e io sto bene con loro perché ho fiducia in loro. Finora abbiamo vissuto nelle città terrene, fondate su criteri che non appartengono al cielo. Ma vedrete che presto le città terrene saranno sostituite dalle città celesti, tornerà di nuovo l’impronta cristiana e noi dobbiamo continuare a sperare…”.
Poi pillole di sapienza, oppure di “sano realismo della vita quotidiana” se preferite, quello a cui Corti si è sempre ispirato. “Il Vangelo di Cristo insegna che il male sta dentro il cuore dell’uomo. A cambiare la testa delle persone ed a mutare i costumi non è il potere politico ma il bagaglio culturale”. Fino a schermirsi davanti a tutti questi riconoscimenti. “Non sono degno di tutto questo”. Eugenio Corti ha preso parte alla battaglia per il Regno di Dio e l’ha vinta di slancio.
(Vincenzo Pittureri, 28/10/00, Il Giornale di Vicenza)