Categoria: La terra dell’indio
Quest’uomo, dal portamento signorile e dal carattere generoso e cordiale tipico della sua terra, avrebbe potuto benissimo crogiolarsi gustoandosi il trionfo della sua opera più nota, quel Cavallo rosso giunto a un successo strepitoso, consacrato dalla tredicesima edizione e dai giudizi entusiatici della critica letteraria francese. Avrebbe potuto consegnarsi in tutta tranquillità alla storia della letteratura, che gli renderà giustizia dei silenzi e delle censure attuate dalla cultura dominante marxista e anticristiana.
Vi proponiamo una trasmissione radiofonica di Andrea Sciffo dedicata a La terra dell’indio, racconto per immagini di Eugenio Corti pubblicato nel 1998.
A un certo punto – dichiarò anni fa Eugenio Corti alla sua biografa Paola Scaglione – mi ero imposto di leggere alcuni importanti autori della letteratura moderna, che non ero mai riuscito ad accostare perché mi suscitavano troppa ripugnanza. Tra questi Voltaire. Ho cominciato col Candido e, ancora una volta, dopo averne letto qualche decina di pagine, l’ho abbandonato. Ma il fatto che in quelle poche pagine parlasse così male delle Riduzioni dei gesuiti in Paraguay mi ha indotto a pensare che in esse dovesse esserci qualcosa di veramente buono.
Ecco una sintesi di tutti i principali capolavori dello scrittore brianteo. Omero e Aristotele furono i grandi maestri. Corti partì per la Russia per toccare con mano il comunismo: «La ritirata? La summa delle esperienze della mia vita».
La lingua scritta possiede una magia particolare grazie alla quale si fa avanti da sola e da sola conquista l’attenzione. Diversamente dalle parole orali, dove soccorrono intonazioni, espressioni del volto, gesti, perfino componenti ambientali, le parole fissate sulla pagina vivono e si esprimono in solitudine, nero su bianco. Un film o un’opera teatrale possono avvalersi pure di aspetti estrinseci, tipo la qualità della fotografia o le armonie della colonna sonora.