Categoria: Il cavallo rosso

Il cavallo rosso

Un’intervista rilasciata nel 1993 in Lituania

Il prosatore, drammaturgo e pubblicista italiano Eugenio Corti, la prima parte (“Sul fronte orientale”) della cui trilogia “Il cavallo rosso” è stata pubblicata recentemente dalla casa editrice “Mintis”, ha fatto visita al traduttore del suo libro Algimantas Vaisnoras. Con l’aiuto del traduttore, lo scrittore e la moglie signora Vanda hanno gentilmente accettato di rispondere ad alcune domande.

Il cavallo rosso

Scritti di Eugenio Corti – La squadra manifesti

La cena era al caffè ( caffè vero, importato dal Brasile come una volta) e i discorsi al tavolo s’erano frazionati, quando giunse dalla strada un confuso vocio. I nervi di tutti erano tesi: sebbene non mancasse una componente gioconda in quel rumore. Ambrogio, alzatosi, anziché aprire una delle finestre che dalla sala davano sulla strada, si trasferì nel locale attiguo: qui aprì l’unica finestra e s’affacciò. Era in arrivo una delle squadre di ragazzi addetti all’affissione dei manifesti; il giovane rientrò in sala e chiamò Michele: << Vieni a vedere. >> Tornarono ad affacciarsi insieme.

Il cavallo rosso

Alcune domande a Eugenio Corti, a proposito de “Il cavallo rosso”

Dai lettori mi attendo che fra quanti sotto sotto non condividono le concezioni della cultura illuministica oggi dominante, anzi stra dominante (in particolare fra i cristia­ni), ce ne siano che accolgono con gioia la mia nuova ope­ra, nella quale le loro concezioni più autentiche sono pre­sentate non già in modo subalterno, ma al contrario poste alte sul monte. Spero inoltre che qualcuno cominci a in­travedere finalmente la possibilità d’uscire dalla lisa pro­vincialità in cui la cultura illuministica d’importazione (or­mai fallimentare dovunque — pensi a ciò che ne dice Te­stori) costringe l’Italia.

Il cavallo rosso

Scritti di Eugenio Corti – Alma in galleria

Il giorno dopo, anziché arrivare col tram fino all’università, Almina scese in centro, alla fermata di piazza della Scala, ed entrò – con una certa sospensione di cuore – in Galleria. La percorse di buon passo ( il pavimento era ancora in parte a grandi rappezzature di cemento) fin davanti alla libreria di rappresentanza della casa editrice: nella vetrina principale il libro nuovo occupava il posto d’onore e portava ben leggibili sulla copertina il nome e il cognome di Michele… Era presente anche, come la giovinetta constatò con allegrezza, nelle altre librerie della Galleria e in quelle dei dintorni. Quel mattino Alma arrivò all’università con molto ritardo.