Il ‘caso’ Eugenio Corti si riassume in poche parole: un grande scrittore, secondo alcuni studiosi internazionali il più grande scrittore italiano dagli anni Cinquanta, con una platea di lettori in crescita costante, ma quasi ignorato dalla critica nostrana. Uno scrittore controcorrente, dalla scrittura nitida, classica, ancorata alla realtà, alla terra (in particolare la sua Brianza) e con lo sguardo rivolto verso l’Alto. Cosa c’è di più inattuale e fuori moda? Così poco adattabile, diffondibile, riducibile, eppure sempre capace di attrarre, di dare risposte a quel desiderio inesauribile di senso. Quest’anno ricorrono i 40 anni dalla prima edizione del “Cavallo rosso”, il capolavoro di Corti, pubblicato nel 1983.