Categoria: Articoli su Eugenio Corti

Eugenio Corti e i genitori

Quei passi dietro la porta a vetri

Poco tempo prima che io venissi spostato in contabilità, fece il suo ingresso in azienda, Eugenio Corti. Era il figlio di Mario, erede di quella famiglia che aveva fatto l’impresa negli anni della guerra.
Avrebbe potuto tenere le redini di un piccolo impero, ma Eugenio era uomo di cultura, un intellettuale dall’indole riflessiva e dalle parole misurate. Il suo unico desiderio era di continuare a scrivere, di chiudersi nel silenzio del suo studio e abbozzare romanzi che, negli anni, sarebbero diventati grandi classici. Il padre non lo capiva.

Eugenio Corti

«La vita di Eugenio Corti per verità e bellezza»

Il suo compito è dunque quello di consegnare al lettore non una pagina qualsiasi ma un’opera d’arte. Egli non copia la realtà, non la fotografa, ma la rende vera perché, attraverso le sue parole, suscita un’idea, un’emozione, un piacere, invitando a cogliere il legame profondo con il suo creatore. Egli ricrea il vero perché lo imita, esprimendo l’anima delle cose e delle persone descritte o presentate; pertanto, i suoni, i colori, le forme generate nella mente del lettore ridanno vita a ciò che viene rappresentato. Eugenio ricostruisce il rapporto tra la materia e la forma, ossia tra il sensibile e l’intellegibile. E’ una verità che porta alla bellezza e, a sua volta, è una bellezza che rimanda alla verità. Possiamo così riassumerla nel grande assunto aristotelico-tomistico: nel particolare si trova l’universale.

Il cavallo rosso - edizione giapponese

Comunismo a 16 carati in area occidentale

Eugenio Corti narra le vicende personalmente vissute durante la ritirata italiana del 1942-43 in Russia, per bocca del suo personaggio Michele Tintori, sottotenente di artiglieria, che aveva scelto di essere inviato sul fronte russo per verificare coi suoi occhi le meraviglie del “paradiso” sovietico.