La cultura italiana ogni tanto riserva di queste sorprese: sforna un libro che fa presa sul popolo ed è letto in tutto il mondo, ma viene snobbato dalla critica e dalla cultura ufficiale. E’ successo alla Divina Commedia, cui per secoli i letterati preferirono Il canzoniere del Petrarca mentre la gente del popolo la studiava a memoria; è successo a Pinocchio, a Le tigri di Mompracem, a Don Camillo, a II Gattopardo. Ed ora sta succedendo a Il Cavallo rosso. Ma le cose grandi a lungo non si possono tener nascoste e il meraviglioso romanzo non è sfuggito a un uomo di cultura come Michele Fazioli che l’ha presentato la primavera scorsa insieme all’autore Eugenio Corti nella sua bella rubrica «Controluce» della TSI, per cui gli siamo profondamente riconoscenti.