L’amore di Eugenio Corti per il Medioevo
È bene ripeterlo, Corti, realista, è conscio che mai c’è stato idillio nel mondo, e come non ce n’era nella sua Brianza prima del risorgimento, del socialismo, del fascismo e del conflitto mondiale, ma in ogni caso più grazia, così fu nel Medioevo, seppur con tutti gli eterni drammi umani, mentre è stato il XX secolo dar vita alla morte su una scala d’orrore del tutto sconosciuto in quei secoli a torto considerati oscuri…
La sua sintesi della storia umana, influenzata dal ruolo della rivelazione cristiana, è assai limpida e ha un tragico senso circolare, dalle epoche preistoriche in cui l’uomo lottava per la vita, contro gli animali e gli elementi e infine contro i suoi simili, prendendo gradualmente coscienza del dramma del suo esistere, “il dolore, la malattia e la morte”, alla moderna “generazione degli uomini ridotti allo stato primordiale”.