Uscì per la prima volta nel 1961, ma non ebbe fortuna. Anzi. In un clima culturale ormai ammaliato dalle sirene del marxismo leninismo, l’opera venne subito mutilata e messa a tacere. Nonostante l’appoggio entusiasta di Mario Apollonio, uno dei maggiori critici teatrali di allora, «Processo e morte di Stalin», la tragedia scritta da Eugenio Corti, riuscì ad ottenere solo una misera lettura pubblica da parte della compagnia del regista Diego Fabbri, per altro ingiustificatamente tagliata e ridotta. Da allora più nessuno ne parlò. E del testo se ne perse quasi notizia. Ora, a pochi mesi di distanza dalla ripubblicazione ad opera della casa editrice Ares, di Cesare Cavalleri, la tragedia verrà rappresentata in prima assoluta a Monza, al teatro Manzoni, il giorno del patrono, San Giovanni, 24 giugno (repliche il 25 e 26).