Eugenio Corti, 25 traduzioni, cancellato da noi
[…] la sua opera principale, Il Cavallo rosso, definito dal Figaro Litteraire, «uno dei migliori romanzi europei degli ultimi 25 anni», era sconosciuto ai cattolici che andavano a messa la domenica.
[…] la sua opera principale, Il Cavallo rosso, definito dal Figaro Litteraire, «uno dei migliori romanzi europei degli ultimi 25 anni», era sconosciuto ai cattolici che andavano a messa la domenica.
Il 24 gennaio prossimo, nella prestigiosa sede di Montecitorio, in un evento dal titolo “Cantiere Eugenio Corti. Opere realizzate, nuove iniziative e lavori in corso”, saranno presentati, fra l’altro, gli Atti, freschi di stampa, del convegno milanese “Al cuore della realtà. Eugenio Corti scultore di parole” (Interlinea, Novara 2017), che hanno beneficiato del prezioso contributo finanziario della “Fondazione della Comunità di Monza e Brianza” e della sorella dello scrittore, la signora Giuseppina Corti Riva.
Da molti critici Il cavallo rosso viene indicato come il grande romanzo cattolico del Novecento. François Livi, docente alla Sorbona ha scritto: “Il Cavallo rosso lancia una sfida alla cultura dominante e, contro ogni aspettativa, la vince… Romanzo della storia e sulla storia, è al tempo stesso un bellissimo romanzo d’amore, un mirabile affresco della vita in provincia (ma non certo un romanzo provinciale). Questo mondo brulicante di personaggi, di drammi, di grandiose scene collettive – si pensi in particolare alla disfatta delle truppe dell’Asse sul fronte russo – è immerso nella complessa luminosità del vero… Una miniera di pagine da antologia…”.
Eugenio Corti, dipingendo e tratteggiando l’uomo nella sua totalità, offre gli strumenti per uscire dalla crisi, il modo per uscire da questa civiltà fatta unicamente di cifre, unicamente celebrale, che è magnifica, straordinaria, ma che non ha una meta: lo scopo, la meta ultima viene data dal cuore. Il cuore può dire di no agli aspetti negativi della nostra civiltà.
Mi piacciono molto gli autori che sono dei geni rappresentativi dei loro Paesi e della loro città, della loro regione. Si parla di un premio Nobel a Corti, ma praticamente è già stato detto tutto. Gli scrittori devono essere in armonia con il loro suolo natale, in armonia profonda con la loro religione, è il motivo per cui, a mio parere, il premio Nobel è già stato attribuito a Eugenio Corti.
“Ho conosciuto un uomo di pacata, insopprimibile allegria” scrive la biografa di Eugenio Corti. “Non l’allegria dell’ottimismo vociante e senza ragione, ma il sereno e arguto buonumore dell’uomo che ha il gusto della vita. E non perché essa gli sia stata lieve. Nei suoi giorni più dolorosi Corti ha verificato che l’esistenza è sotto il segno del Creatore. Vale a dire che è per il bene”.